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"Noi fotografi siam diventati i ruffiani di una vanità senza fine.
I clienti hanno capito che il nostro lampo è irripetibile e sa afferrare i loro istanti migliori; infatti ce lo chiedono in tanti, anche coloro che non son benestanti.
Però noi fotografi siam degli illusi: crediamo di catturare il presente, in realtà portiam nel futuro ciò che è già passato per sempre.
Sta di fatto che in molte case le nostre stampe stanno ingiallendo, stan già diventando materiale di storia."
da "Il sangue e l'inchiostro"
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"Avevo appena vergato le prime cinque parole della mia vita, quando ho fermato la penna per aria e le ho rimirate in silenzio.
Sul foglio bianco risaltavano nere come la pece, ancora liquide e perfin tremolanti.
Allora ho alitato piano sopra di esse ed è successo che si sono attaccate per sempre...
Accadrà forse, per i miei scritti, come per i vecchi libri esposti in biblioteca e in sagrestia ?
Lo sai, mamma, che alcuni di essi hanno un inchiostro di almeno duecento anni ?
L'avresti detto che i libri ed i quaderni vivono dunque più degli uomini ?
Non è questa, forse, una stupefacente magia?"
da "Gente Libera"
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"Alla fine di giugno 1949, non appena si evidenziò nuova vita nei ventri tondi di due giovani spose, nella gran casa a ringhiera ubicata in via della Pace n° 1 si riunì nel giro di un amen il comitato interno delle dieci comari. Il gruppo - capeggiato da donna Brunilde, vedova di un fante caduto in battaglia a Caporetto e madre di un alpino disperso in guerra sul fronte russo - si era dato, fin dal dopoguerra, il nobile scopo di seguire con occhio discreto l'evolvere di tutte le gravidanze in corso nel caseggiato e di contribuire a far sì che esse giungessero a termine nel migliore dei modi. Le arzille vegliarde contattarono le future mamme col solito garbo e misero a loro disposizione una decennale esperienza in materia di gestazione e soprattutto di parto. La matriarca Brunilde parlò a nome di tutte: "Carissime Letizia e Serena, ..."
incipit "Nati con la camicia"
COSA DICONO I MIEI LETTORI
- Caro Roberto Corradini,
mamma Isolde mi ha regalato il tuo libro “Il sangue l’inchiostro” e ho già incominciato a leggerlo. Mi piace, mi piace, mi piace. Tu sai che vivo alla periferia di Parigi e che sono in pratica bilingue, perché mamma (nata in Italia) e papà (parigino) mi hanno sempre parlato sia in francese che in italiano, ma la nonna materna (che si era trasferita in Francia dalla natia val di Sole, che mi ha visto nascere e che è vissuta fino alla sua morte in casa nostra) mi parlava solo in italiano (con accento solandro). Ebbene, sappi che ti leggo ogni mattina sull’autobus che mi porta al lavoro a Parigi e a volte mi porto il libro in pausa pranzo ai Jardin des Tuileries, mi siedo su di una panchina, leggo le tue pagine e mi sembra di avere al fianco la nonna Grety che ripete a voce alta le tue parole. Tu usi infatti tante espressioni di mia nonna, Roberto! E così mi fai viaggiare nei ricordi di un periodo bellissimo, quando - da piccola - ascoltavo parlare la nonna, mentre accarezzavo il gatto seduta sopra una sedia. Oh! Sono sicura che il tuo libro sarebbe piaciuto tantissimo anche a lei, oltre che a mamma Isolde. Sono arrivata a pagina 150 e vorrei che le tue pagine non finissero mai. Ti scriverò una lettera appena avrò finito il libro. Intanto grazie e ricevi un abbraccio.
-- Claire Pauly - PARIGI, 18 ottobre 2016 --
- Caro Roberto Corradini, finalmente ho trovato occasione di leggere i tuoi romanzi “Il sangue e l’inchiostro” e “Gente Libera”.
Ti dico subito che li ho “divorati”, nel senso che in quattro giorni li ho letti entrambi con molto piacere e tanta attesa di conoscere i destini dei protagonisti.
Devo farti i complimenti per la “formula epistolare” che hai adottato (non semplice da dispiegare in un romanzo) portata avanti con maestria dall’inizio alla fine.
E’ bello, inoltre, il fatto che - nel raccontare le vicende dei Corradini, dei Libera e dei Cestari - narri anche della società e degli avvenimenti del tempo, così da introdurre il lettore in un contesto storico utilissimo ad inquadrare ancora meglio quanto vai a scrivere.
Lo fai con semplicità e senza tanti “effetti speciali” e questo va a tuo grande merito.
Per questo, dopo avere seguito passo passo le saghe delle tre famiglie (che poi alla fine del secondo volume si incrociano fra loro), mi sento di dirti bravo e ti ringrazio per le suggestioni, i sentimenti e pure per la commozione che hai saputo darmi come lettore. Spero di potertelo dire a voce quanto prima.
-- Maurizio Panizza - Volano, 11 luglio 2017 --
- Ciao prof. Corradini, sono un tuo ex-studente dell’Enaip di Arco (nel lontano 1984). Ho appena finito di leggere il tuo secondo libro “Gente Libera”. E’ bellissimo! Ho partecipato alla lettura come fossi anch’io un protagonista del romanzo e mi sono emozionato.
Ho pure letto l’intervista che ti hanno fatto su “TrentinoMese” di agosto: una bella soddisfazione per te, complimenti! Ed è proprio vero ciò che appare nei titoli: le parole non conoscono confini, possono superare montagne e oceani, soprattutto se sono accompagnate tutte insieme da due bei libri come i tuoi.
Bravo, professore Corradini! Le tue opere ormai viaggiano, sono arrivate anche in America. Sappi però che due copie di essi fanno bella mostra di sé nella mia biblioteca.
Grazie per avermi dato la possibilità - anche attraverso “Il sangue e l’inchiostro” - di approfondire meglio la conoscenza di una parte importante della storia della gente trentina.
-- Oscar Chistè - Arco (TN), 7 settembre 2018 --
About Me
Amo viaggiare, fotografare, ascoltare e osservare, per poi raccontare... Penso che il mio scrivere sia proprio il racconto di ciò che ho ascoltato e osservato in passato e nel presente.
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